Analisi di una descrizione di un prodotto artigianale

Descrivere i prodotti artigianali dovrebbe essere la cosa più facile del mondo, e invece.
Qualche mese fa feci un sondaggio chiedendo quale fosse l’argomento di cui le mie lettrici volessero che io scrivessi (mi sembra di aver fatto un doppio carpiato, spero di aver azzeccato tutti i tempi). Con mia sorpresa lo Storytelling del brand e del prodotto vinse di gran lunga su tutto il resto; da allora ho scritto un articolo con consigli su come fare le descrizioni handmade per C+B ma credo che non sia abbastanza. Mi sembra che la difficoltà maggiore per le crafter sia capire quanto sia davvero semplice scrivere delle descrizioni efficaci; non serve lambiccarsi il cervello e piangere calde lacrime di frustrazione di fronte alla pagina bianca, bastano due o tre accorgimenti e un po’ di pazienza, utile a non scoraggiarsi dopo i primi cinque minuti di occhio vacuo e cervello vuoto.
Ho pensato allora che fare degli esempi potesse essere un modo efficace per farti capire tutto ciò, cara Crafter, e quindi ho cercato e cercato (e cercato) finché ho trovato tre descrizioni che mi sono sembrate ottime da portarti come esempio.
Le ho analizzate, ho trovato i loro denominatori comuni e, *ehm ehm*, ammetto che qui ti ho mentito, non esiste una descrizione perfetta, esistono infatti solo descrizioni che fanno egregiamente il loro lavoro, raccontando il prodotto e il brand, ma sono pur sempre perfettibili, come scoprirai in fondo all’articolo. E poi la perfezione è sopravvalutata!

Partiamo con le descrizioni!

1. Sciarpa di lino di LyraLyra

 

Lina, la proprietaria del negozio, racconta come e quando usare la sciarpa, e cioè
quando si esce per divertimento, quando si va a lavoro, praticamente in ogni stagione, e di come sia fantastica anche come regalo. Non contenta, fa di più: suggerisce anche un utilizzo non convenzionale, che non verrebbe in mente guardando la foto e pensando a una sciarpa, e cioè che potrebbe essere usata come un sarong per la spiaggia.
Tutto ciò aiuta a far percepire il prodotto come di valore maggiore, perché versatile e multiuso.
Lina usa anche delle espressioni (ti sfidiamo, sai che te lo meriti) che fanno appello all’ego e ai bisogno di chi legge; chi pensa di non aver paura di utilizzare oggetti in modo creativo e chi ama coccolarsi con dei regali fantasiosi sicuramente si sentirà preso in causa; poi procede a spiegare perché questa sciarpa è così versatile, elencando tutte le caratteristiche del lino e solo alla fine dando le informazioni più tecniche, come le istruzioni per il lavaggio e le misure.
Cosa trasmette questa descrizione? Che non stai comprando “solo” una sciarpa, e cioè accessorio che userai in autunno e inverno, quando esci, ma un regalo che, grazie al materiale di cui è fatto, ti terrà caldo d’inverno, fresco d’estate, sarà perfetto per ogni occasione, e lo userai quindi tantissimo e ti distinguerà dagli altri, se vorrai, quando vorrai usarlo in maniera creativa.

2. Carta da regalo di Handmade and Heritage

 

Amiee, nella descrizione della carta da pacchi, punta tutto sui materiali e sulla tecnica; racconta nel dettaglio che tipo di carta usa, qual è il processo con cui crea i disegni, da cosa prende ispirazione.
Sottolinea che la carta non è frutto di produzione di massa, facendo appello a chi cerca qualcosa di originale e magari è attento all’ecologia. Spiega per bene anche cosa si vedrà arrivare chi compra, specificando che è possibile ricevere l’oggetto in altri modi (carta arrotolata e non piegata) ed elencando le informazioni di cui l’acquirente può avere bisogno, dicendosi sempre disponibile a un contatto.
Pur sembrando molto asciutta, questa descrizione assolve egregiamente al suo scopo: raggiunge chi cerca una carta regalo che è un regalo in sé, perché unica e fatta a mano con cura ed attenzione.

3. Cuscino per gli occhi di Alia Grace Dolls

 

 

Alia ha un approccio molto ironico nella sua descrizione: parte netta con le domande che i suoi potenziali clienti si fanno, di cui il suo prodotto è la risposta e trasforma la celebre frase “put a ring on it” in “put a fish on it”, rendendo le prime due righe un aggancio perfetto, dato che è impossibile fermarsi e bisogna leggere oltre.
Racconta poi cosa si prova ad usare il suo prodotto, come sia un modo per rilassarsi e farsi trasportare lontano, grazie a uno dei materiali usati; ancora una volta risponde a un bisogno del suo Cliente Ideale, magari una mamma che in Francia non può andare ma può prendersi 10 minuti al giorno per distendersi e sognare.
Alia sottolinea ripetutamente l’aspetto bio dei materiali usati, cosa che sicuramente preme al suo cliente ideale e solo alla fine va a scrivere gli aspetti più pratici, come le dimensioni e il tempo di produzione.

Cosa hanno in comune queste descrizioni?

  • Leggendole ci si fa un’idea precisa del brand dietro al prodotto;
  • Evidenziano gli aspetti rilevanti per il loro C.I. nei primi due paragrafi;
  • Rispondono in maniera chiara alle domande o aspirazioni del C.I.;
  • Raccontano in maniera semplice le tecniche, i materiali, i processi creativi e le ispirazioni che hanno portato alla realizzazione del prodotto;
  • Usano elenchi e a capo per organizzare le informazioni e rendere fruibile il testo;
  • Le informazioni tecniche / pratiche sono alla fine.

Se Tatiana (aka LaScribacchina aka SEO goddess di fiducia) leggesse questo post, avrebbe da ridire sull’aspetto SEO delle suddette descrizioni. Eh, lo so: come ho imparato al suo workshop al Weekendoit, le schede prodotto dovrebbero essere lunghe almeno 300 parole, e le descrizioni analizzate non lo sono. Le crafter avrebbero potuto raccontare qualcosa di più, magari inserire dei link ad altre sezioni del negozio o riportare dei testimonial di clienti soddisfatti del loro prodotto.
Tu ora lo sai e puoi farlo, quindi hop hop, corri a scrivere (o riscrivere, o ri-ri-scrivere) le descrizioni dei tuoi meravigliosi prodotti!

Se invece sei rimasta lì impietrita dal terrore di scrivere, raccontami nei commenti qual è il tuo blocco, magari riusciamo a superarlo insieme 🙂

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