Biglietti da visita per la tua attività creativa: 4 cose da sapere

Il primo biglietto da visita della mia vita lavorativa ce l’ho ancora e, a riguardarlo, potrebbe essere tornato di moda, tutto uno sfumare di colori che, devo dire, mi piace ancora oggi. Iniziavo la mia avventura come webdesigner freelance e, prima ancora di avere dei clienti, avevo un bel pacchetto di biglietti da visita, stampati su carta decisamente cheap, fiduciosa che li avrei sparsi per il mondo. Risultato: ce li ho ancora quasi tutti, ne avrò dati via dieci.

Questo per dire che il biglietto da visita è utile ma non è così fondamentale quanto ci piace credere: ci fa sentire figosi e importanti, quello sì, ed è anche un bel modo di presentarsi di persona.

Cosa ce ne facciamo se lavoriamo principalmente online? Ci servono davvero quei 1000 (mille) biglietti da visita pagati pochissimo? Quanti alberi servono per farci sentire importanti?

Ricordo ancora le facce colpite quando porgevo i biglietti da visita del mio negozio EF porgendoli dal mio fighissimo porta biglietti di MOO! L’impressione era sicuramente ottima, il portabiglietti era un tocco di classe e i biglietti erano con una bella grafica, stampati su carta eccellente. Però, lavorando online, non è che avessi così tante occasioni di darli via e infatti, once again, nonostante li spargessi negli ordini, me ne sono avanzati un bel po’ anche di quelli. Di ogni versione, tralaltro, perché ho fatto rebranding due o tre volte nel corso dell’esistenza del negozio su Etsy.
Prima o poi dovrò inventarmi un progetto DIY per smaltirli, perché di buttarli non se ne parla, con quello che li ho pagati!

Quindi: il biglietto da visita, ti serve davvero? E come puoi crearlo? Che caratteristiche deve avere?

Prima di tutto, un’escursione nel passato…

1. Una breve storia del biglietto da visita

Il biglietto da visita viene da un passato molto lontano, a quanto pare se ne faceva già uso nell’antica Grecia e anche in Cina: i visitatori portavano una striscia di pergamena con sopra scritto il proprio nome, come modo formale di introduzione ai loro ospiti.
Nella forma che ci è più familiare, nasce nel diciottesimo secolo in Francia, da dove presto si sparge in tutta Europa. Un cartoncino con scritto in calligrafia il proprio nome veniva lasciato presso le varie case, quando si faceva il giro di visite nella buona società. Ti sarà capitato di leggere Jane Austen, no? Da Sense and Sensibility (capitolo XXVII):

About a week after their arrival, it became certain that Willoughby was also arrived. His card was on the table when they came in from the morning’s drive.
“Good God!” cried Marianne, “he has been here while we were out.” Elinor, rejoiced to be assured of his being in London, now ventured to say, “Depend upon it, he will call again tomorrow.” But Marianne seemed hardly to hear her, and on Mrs. Jennings’s entrance, escaped with the precious card.

Tra 1800 e 1900 iniziò l’utilizzo del biglietto da visita nel mondo degli affari, in inglese si trasformò da card (o calling card) a business card e, vicino al nome, ora compariva anche la mansione o la professione della persona che lo porgeva.
Se cerchi su Google “vintage business cards” potresti trovare delle chicche notevoli; i biglietti da visita erano infatti scritti in bella grafia, stampati a letterpress o illustrati sontuosamente. A volte riportavano messaggi per i destinatari, a volte piccole note di vita quotidiana.
Dare il proprio biglietto da visita era fare una cortesia, erano creati a mano e quindi, immagino, anche costosi, non ce ne se separava a cuor leggero! Erano pezzetti di cartoncino da conservare, a volte per anni, come l’account Instagram @paperofthepast testimonia: negli scrapbook che Mandy colleziona, spesso si trovano i biglietti da visita di tempi andati, collezionati come figurine:

 

A collection of calling cards with a missing cover…

Un post condiviso da Paper Scrapbooks History (@paperofthepast) in data:

2. A cosa serve il biglietto da visita

E ora? Ora i biglietti da visita sono un gadget a volte esoso ma, se usato bene, di sicuro effetto: scegliere una grafica adeguata, una carta particolare, una tecnica strabiliante, permette di far colpo sulla persona che abbiamo di fronte, che, speriamo, si ricorderà di noi e del nostro brand.
Scopo del biglietto da vista è quindi duplice: lasciare a qualcuno le tue informazioni di contatto e trasmettere la personalità del tuo brand. Se il biglietto non fa queste due cose, è inutile buttare soldi!

Quindi, la prima domanda a cui dovresti rispondere è questa: in che occasioni pensi di usare il biglietto da visita?
Se vendi solo online e pensi di metterlo nei pacchetti, cerca di riflettere sul tuo target; chi compra da te sa già chi sei e il tuo biglietto rischia di finire nel cestino, a meno che non siano fan del tuo lavoro e allora potresti invitarli esplicitamente a passarlo ad amici e conoscenti o a conservarlo per un futuro utilizzo.
In alcuni casi puoi fare più piacere e più colpo mettendo nel pacchetto una cartolina, che può essere conservata a scopo decorativo. Oppure puoi creare dei biglietti da visita che facciano da chiudi-pacco o da biglietto di ringraziamento, così prendi due piccioni con una fava.
In entrambi i casi, puoi inserire le informazioni rilevanti, come faresti per un biglietto da visita tradizionale.

La seconda domanda è: hai una grafica adeguata per essere stampata e conservata?
Non fare il mio errore, non essere precipitosa, non cercare di arrangiarti malamente e finire con biglietti bruttini che finiranno nella pattumiera! I miei primi biglietti per EF erano abbastanza meh, perché, non so per quale motivo, avevo deciso di usare una foto, i cui colori però non erano usciti particolarmente eccelsi in fase di stampa. Eurgh!

3. Le informazioni da mettere nel biglietto da visita

Insomma le cose su cui riflettere sono molte, l’importante è che:

  1. Il biglietto contenga il nome del tuo brand e il tuo logo per aumentare la consapevolezza riguardo il tuo brand: il tuo scopo è far ricordare chi sei, così chi ti incrocia in altri luoghi (online, su una rivista, ecc.) collegherà sempre il nome e il logo a quello che fai TU;
  2. Ci sia l’indirizzo web del tuo negozio online o sito, perché non puoi pretendere che la gente si metta a googlare, rendi loro facile la vita! Inseriscilo a partire dal www (www.francescabaldassarri.it) perché l’http non è necessario e occupa spazio inutile.
  3. Ci sia almeno un modo contatto, nel caso ti volessero sentire senza passare dal sito. Metti email come minimo e, se vuoi, anche il numero di telefono. A questo proposito voglio tranquillizzarti: ho venduto online in tutto il mondo per anni e, pure se c’era il mio numero di telefono nel biglietto che inviavo con gli ordini, nessuno mi ha mai chiamato, né whatsappato. Se non rendi l’opzione esplicita, credo sia abbastanza certo che le persone sceglieranno il metodo più convenzionale di contatto, che è l’email. In Italia le cose sono diverse, c’è più paura dell’acquisto online e molta gente, se vede un numero di telefono, lo usa, così per essere sicuri di non parlare con un fantasma che inghiottirà i loro soldi e fuggirà nella nebbia. Quindi, se metti il numero, aspettati telefonate o messaggi dall’Italia, mentre probabilmente sarai risparmiata dal dover conversare in inglese con un avvocato del Missouri.
  4. Opzionale: nel biglietto puoi anche mettere gli indirizzi social, il tuo indirizzo di casa, la tua piva, e altri dati che pensi siano rilevanti per le persone a cui darai il biglietto. Nel caso i dati siano tanti, ti invito a metterli sul retro e lasciare sul fronte solo il logo e il nome del brand. Niente è bruttino quanto un biglietto da visita sovraccarico di informazioni, perché l’estetica, come ti dicevo, è molto importante.

Per ottimizzare i costi potresti anche pensare di farne due versioni diverse: una meno costosa da dare per esempio a mercatini e fiere dove molta gente prende il biglietto giusto per prenderlo, e una versione più costosa da dare solo a chi vuoi impressionare davvero o sai che conserverà il biglietto gelosamente.

4. Come si fa il biglietto da visita

Ti invito, come avevo già fatto quando ti spiegavo l’importanza dell’immagina coordinata, a rivolgerti a un grafico, perché non basta buttare due o tre font insieme per fare un bel biglietto da visita.
E farselo da sé, DIY style? Considera che è un lavoro in più, valuta se hai tempo e se il risultato rispecchia il tuo brand.

Su Pinterest ho fatto una board per aiutarti a prendere ispirazione e mostrarti dei biglietti che raccontano davvero qualcosa:

Se hai qualche conoscenza di grafica puoi trovare dei template da personalizzare su vari siti (Es. Envato Market o Creative Market) e modificarli con dei programmi come Photoshop o Illustrator, aggiungendo il tuo logo e i tuoi dati; se sei a quasi zero puoi invece provare con Canva e i suoi template, mentre se non ce la puoi fare perché ti ci manca solo questo e sei già piena fino all’orlo di cose da fare e imparare, puoi richiedermi un preventivo qui.

In bocca al lupo con la creazione del tuo biglietto da visita, se vuoi mostrami il tuo nei commenti!