Di quando ero un matematico di 67 anni

No, in questo post non ti racconterò di come ho cambiato sesso, usato la chirurgia plastica per fare un “rebranding” grandioso e mi sono trasformata da uomo di 67 anni a un giovine virgulto di donna di (quasi) 42. Nope, quella non sarà la storia di oggi.

Oggi ti racconterò di quanto sia importante monitorare l’internet per capire come usciamo online. Se usciamo, perché se non usciamo, è un altro problema!

Uno dei primi esercizi che ti fanno fare i corsi di personal branding, è quello di andare su Google e cercare il tuo nome e cognome per vedere cosa esce.

Fai una prova: cosa esce? (NB. Usa il browser in modalità in incognito, così i risultati non saranno viziati da tue precedenti attività online).

Esce il tuo profilo Facebook dove in copertina o nelle foto ci sei tu che ti ubriachi a capodanno? O esce l’account Instagram con i tuoi esperimenti culinari mal fotografati? Se un cliente vuole cercarti in rete, cosa trova?

Oramai è assodato che ci si googla a vicenda un sacco, vale per i datori di lavoro che ti devono assumere così come per i clienti che, volendo comprare da te per la prima volta, si domandano se possono fidarsi e rispondere alla domanda: ma chi cacchio è quest*?

Qualche tempo fa, qualcuno mi ha detto che, cercando il mio nome e cognome, su Google usciva una scheda (sai quelle sulla destra, con il “riassunto” di una persona?) con dati, foto e informazioni sbagliate. Usciva il mio nome ma le altre info erano di Francesco Baldassarri, matematico di 67 anni (ciao Francesco).

Ohibò!

Dopo varie segnalazioni e qualche settimana, il risultato era ancora questo:

La foto del Prof. Baldassarri non c’era più, il nome era giusto e anche un ebook, ma il resto no. Bene ma non benissimo.

Perché accade ciò? A quanto pare i bot di Google a volte fanno casino, si può rimediare solo mandando segnalazioni per le informazioni sbagliate, che saranno rivedute da esseri umani che, a loro volta, provvederanno a controllare e modificare.

Da quanto tempo era così? Non ne ho idea, non mi googlavo da un bel po’. Quanti potenziali clienti ho perso per questo inconveniente? Chissà.

E non è finita qui. Da un paio di anni a questa parte, mi capita di ricevere email, messaggi su Facebook e una volta pure una citazione in una pagina Facebook, riguardanti autenticazioni di quadri di pittori rinascimentali. Ho scoperto così dell’esistenza della dottoressa Francesca Baldassari (con una R sola, ciao Francesca) che fa la storica dell’arte e che è una studiosa rilevante del settore a cui tante persone si rivolgono per farsi autenticare dei quadri.

Però lei non ha un sito né un’email pubblica (Francesca, rimedia ti prego), quindi le persone trovano il mio sito o i miei social, non si accorgono della R di differenza (gulp) o che facciamo lavori diversi (doppio gulp), e mi scrivono.

Finalmente qualche tempo fa sono riuscita a rintracciarla e ora le giro le email che mi arrivano, però il problema rimane: un po’ per colpa della quasi omonimia che porta tanti siti del settore a fare lo spelling sbagliato del suo cognome (Francesca ribellati, fai correggere quel cognome ovunque!), un po’ perché è impossibile recuperare una sua email, di fatto i suoi potenziali clienti non hanno modo di contattarla.

Lezione da imparare? Ogni tanto è bene googlarsi, controllare cosa esce, e addrizzare il tiro.

Inoltre:

  1. Se vuoi che i tuoi clienti, cercando il tuo nome, trovino il tuo brand (negozio, social, ecc.) allora inserisci il tuo nome e cognome ovunque.
  2. Se hai un nome e cognome comune, aggiungi la tua qualifica o il nome del brand, in modo che Google sappia riconoscerti e i tuoi clienti trovino proprio te e non il tuo omonimo.
  3. Cercati col nome del tuo brand e controlla cosa esce: se non esce niente forse la SEO del tuo blog / sito / negozio lascia a desiderare. Se escono pagine di altri brand allora forse il nome del tuo brand è stra-usato e c’è bisogno di cambiarlo.
  4. Sul tuo sito o profilo social, inserisci le parole chiave che possano aiutare chi ti cerca a capire che sei tu la persona di cui hanno bisogno (es. Francesca Baldassari storica dell’arte) e anche un’email visibile per contattarti. Non tutti sono iscritti a Facebook o LinkedIn e i non iscritti non hanno accesso ai servizi di messaggistica tra utenti che queste piattaforme offrono.
  5. Bada a cosa condividi sui social, usa in maniera saggia le opzioni di privacy, così che le foto e gli stati che escono nei risultati di ricerca pubblici diano l’immagine di te che tu vuoi dare a chi ti cerca per motivi di lavoro.

Ad oggi (26 giugno 2018) la scheda è corretta, finalmente!

E anche quella di Francesco Baldassarri, matematico:

Tutto è bene quel che finisce bene.

 

Questa email è tratta (e riadattata) dalla mia newsletter dell’8 febbraio 2018.

 

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