4 errori da evitare per il nome del brand artigianale

La scelta del nome del brand è forse lo step più importante di una nuova attività: il nome del brand finirà ovunque, su biglietti da visita, pagine social, etichette, packaging, ed è probabilmente il primo pezzetto della tua attività con cui i clienti verranno in contatto. Per pigrizia, fretta o ingenuità, chi è agli inizi rischia di scegliere un nome che dice davvero poco sul mondo che dovrebbe rappresentare, è difficile da ricordare o è talmente banale da non rimanere impresso.
Quindi oggi ti parlo di quattro errori che, secondo me, dovresti evitare di fare quando scegli il nome del tuo brand:
 

1. Nome che non si capisce 

Il nome che non si capisce è anche un nome che non si ricorda. Il nome che, a leggerlo o ascoltarlo, non si capisce che vuol dire, è un grande classico; a volte è una parola inventata, a volte è un acronimo, a volte un termine in lingua straniera poco familiare, il risultato è un nome che non fa il suo dovere, ovvero quello di colpire il tuo target e rimanere impresso a fuoco nella sua memoria. 🔥🔥🔥🔥
Diciamocelo, di Tulimami ce n’è una sola e ti assicuro che azzeccare un nome che sia bello, facile da ricordare e completamente inventato non è cosa di tutti i giorni. Le eccezioni confermano la regola, ovvero che se il nome va riletto o riascoltato troppe volte per capire significato e/o grafia, è molto probabile che non non rimarrà impresso nella memoria. Puoi fare come ha fatto Tulimami e fare uno spiegone sul come e perché hai scelto quel nome, ma è molto probabile che sarà letto da una minoranza di persone, soprattutto se il nome non suscita almeno un po’ di curiosità. 
Ci sono soluzioni per rendere una debolezza del genere un punto di forza? Puoi provare a scriverlo ovunque con un font leggibile, fare lo spelling ad ogni occasione, creare una filastrocca con le iniziali 🤷‍♀️ 
Niente è impossibile, quindi sì, un nome che sulla carta non dovrebbe funzionare può stupirci e darci soddisfazioni, a patto di trovare il modo di farlo funzionare.
 

2. Nome che piace a tutti

Quando si inizia spesso non si ha chiaro in testa il proprio target, ed è quindi facile cadere nella trappola del nome che vada bene per tutti. Un nome di brand di questo tipo è generico e probabilmente già usato da tanti altri brand, in qualche forma simile, brand che hanno pensato proprio quello che hai pensando tu. Ops! 
Il tuo scopo non è fare piacere o accontentare più persone possibili, il tuo scopo è attrarre il tuo target, con ogni mezzo; tra questi mezzi c’è anche il nome. Cosa vuoi che provi chi lo incontra sulla propria strada? Che immagini deve suscitare? A cosa deve far pensare?
Attenzione, non devi scegliere un nome che faccia schifo a una parte di acquirenti ma uno che attiri in maniera specifica il tuo target. Questo non vorrà dire che gli altri non se lo ricorderanno o non lo apprezzeranno! Anzi, accadrà il contrario, il tuo nome scelto con cura attirerà prima una nicchia e poi, pian piano, sarà sempre più conosciuto e riconoscibile e associato al tuo brand e a quello che fai.
 

3. Nome che va bene ora e domani chissà

Quando si inizia con una nuova attività, a volte si fa l’errore di avere uno sguardo a breve o brevissimo termine: si pensa al qui e ora, perché magari stai aprendo il negozio e ti serve un nome di corsa corsissima, subito subito, daje su, che mica posso aspettare due mesi per aprire ‘sto benedetto negozio online.
Io ho fatto così e poi me ne sono pentita, perché il brand si è trasformato e il nome non andava più bene, cambiarlo mi sembrava una cosa troppo controproducente e quindi niente, me lo sono tenuto fino alla morte del brand. Amen.
Capisco che quando si inizia non si possa sapere come si evolverà il brand ma il mio consiglio è di avere almeno un progetto a medio termine, così che non ti ritroverai tra sei mesi a cambiare nome e quindi logo, social, negozio, eccetera. con conseguenti spese e inconvenienti (biglietti da visita, etichette, dominio, ecc.). 
In ogni caso, quando ti accorgi che il nome non va più bene, cambialo senza indugio, perché più aspetti e peggio è, infatti se sei agli inizi, dovrai avvertire relativamente poche persone il cambio sarà meno traumatico sia per te che per i tuoi clienti e follower. 
 

4. Nome che contiene…

Avrai notato che oramai i brand artigianali sono tantissimi. Avrai anche notato che tanti usano termini simili all’interno del nome, cosa che non li aiuta a distinguersi l’uno dall’altro. Una piccola selezione di questi termini:
  • qualcuno o qualcosa-handmade
  • qualcuno o qualcosa-creations
  • made by-qualcuno
  • i bijoux di-qualcuno
  • le creazioni di-qualcuno
  • qualcuno o qualcosa-lab

Non è sbagliato usare questo tipo di nomi in sé, il problema è poi avere un nome simile ad altri. Quindi ti consiglio di fare attenzione affinché almeno una parte sia memorabile.
Purtroppo ci sono le mode anche per la scelta dei nomi e il risultato è che tantissimi brand scelgono i termini in base a quello che sembra sia già conosciuto e facile da ricordare. Il risultato è una pletora di nomi simili, a volte di brand che fanno anche cose simili, che porta a una gran confusione per gli acquirenti. 

Bonus: Nomi da studiare

Di seguito trovi alcuni nomi su cui ti invito a riflettere, in un esercizio che può aiutarti a guardare il nome del tuo brand in maniera diversa. Prima di aprire il loro sito e vedere cosa fanno, cerca di immaginare che prodotto vendono e che atmosfera propongono per il loro brand.
Scrivi tutto su carta e poi controlla e, se vuoi, condividi sui social le tue riflessioni, utilizzando l’hashtag #nomedelbrand:

Tu come lo hai scelto il nome del tuo brand? Hai fatto uno degli errori qui sopra? Non è mai troppo tardi per cambiare nome e fare rebranding! E se hai bisogno, puoi prenotare un’ora su Skype, così posso aiutarti a chiarirti le idee!