La responsabilità di fare un prezzo equo
Tempo fa mi sono imbattuta in un’intervista di un writer coreano molto famoso in Corea del Sud, Royyal Dog. Ha raccontato la sua storia e a un certo punto l’intervistatrice gli ha chiesto quanto chiede per un murales tipo quello mostrato nel video.
La sua risposta mi ha colpito molto, riporto lo scambio, tradotto, di seguito:
D. Quanto chiedi per un graffito del genere?
R. Non posso dire la cifra esatta, ma per me è prioritario chiedere una cifra alta. Dato che questo è un buon periodo per me [ndr ovvero è molto famoso], se io non faccio pagare tanto, altri writer potrebbero essere pagati meno di me. Quindi quando io accetto un lavoro, credo che il valore del dipinto e del graffito stesso aumentino.
D. Quindi vuoi aiutare i tuoi colleghi writer?
R. Sì, è per questo che chiedo le cifre che chiedo.
In Italia dove i lavori creativi sono da tanto mal pagati, dove le aziende, anche le più grandi e con grossi budget, spesso giocano al ribasso quando si tratta di remunerare i creativi, contando su un vasto bacino di giovani e meno esperti a cui attingere, questo tipo di mentalità potrebbe fare la differenza.
Uno degli aspetti su cui forse non ci si sofferma abbastanza, quando si parla di questo tema, è proprio questo della responsabilità verso l’ecosistema di cui si fa parte, che sia quella degli artigiani, degli illustratori, degli artisti, dei creativi più in generale, dei liberi professionisti.
I concetti chiave sono che il prezzo che facciamo non riguarda solo noi, la nostra attività e la nostra vita e che le nostre scelte in merito si ripercuotono anche sui nostri colleghi, in special modo quelli che hanno iniziato dopo di noi, sono più giovani e hanno meno esperienza. Inoltre chi è più in “alto”, figurativamente parlando, ha l’obbligo morale di aprire la strada agli altri, in modo che tutti possano essere pagati più che degnamente per il proprio lavoro. Se tutti giochiamo al ribasso, solo chi può permettersi di lavorare ed essere sottopagato (leggi: ha il privilegio di non doversi preoccupare di campare del proprio lavoro creativo) andrà avanti, gli altri dovranno finire a fare altro per sopravvivere.
Per questo oramai da anni ripeto il ritornello di alzare i prezzi per i prodotti artigianali: non importa se tu non ci devi vivere, se la tua situazione di vita ti permette di poter fare prezzi bassi, pensa ai tuoi colleghi e concorrenti che hanno bisogno di avere introiti adeguati per avere una vita dignitosa.
E ricorda che, di questi tempi, anche fare un prezzo che tenga in considerazione gli altri, è un atto politico.
Questo post è tratto dalla mia newsletter del 16/05/2019. Iscriviti qui per ricevere newsletter di questo tipo.