Cosa provi quando devi raccontarti?

Oggi ti invito a concentrarti su un aspetto della tua attività, ovvero quella del racconto del brand.

Durante la consulenza 2 mesi questo è uno degli aspetti più difficili da affrontare, ricevo spesso email di disperazione e sconforto, sullo stile di “non so cosa scrivere 😭” e “quello che scrivo è così banale 😥”.
La prima cosa che voglio dirti è che VA BENE COSì, è normale sia difficile raccontare ciò che fai, se non lo hai mai fatto. Come ogni capacità, anche questa va allenata e coltivata e migliorerà col tempo.

La cosa altrettanto difficile è quella di imbastire un racconto che non sia banale. Infatti, un’altra osservazione frequente che fa chi lavora con me, è quella di avere paura di scrivere in maniera “poco interessante”.
Da dove viene questa paura di essere banale? E cosa vuol dire banale?
Secondo me banale, riferito allo storytelling, vuol dire “non memorabile”, e anche “uguale a tanti altri”. Ciò che ripeto sempre durante le call della 2 mesi è che non devi diventare un* copywriter o scrivere un romanzo. Imparare a fare una cosa nuova, che non hai mai fatto, richiede tempo e pazienza.

E come si fa a evitare la banalità? Il mio consiglio è sempre lo stesso: vai un po’ più a fondo. L’internet è pieno di comunicazioni superficiali, di parole dette e scritte tanto per, che suonano già sentite, già lette.
Per qualsiasi affermazione lanciata nell’etere, fatti una domanda mirata per aggiungere un dettaglio in più. Non sto dicendo che devi raccontare i particolari più intimi della tua vita, o fare un trattato di filosofia, solo che, se vuoi che ciò che scrivi sia memorabile e diverso da tutti gli altri, devi andare un po’ in profondità.

Un esempio: se vuoi raccontare in post su Instagram la una borsa fatta a mano da te, scrivere “borsa di pelle fatta a mano con amore da me” non racconta niente riguardo il tuo brand, la borsa o chi l’ha fatta (tu). Cosa mi lascia una frase del genere? Cosa ho imparato su di te, sul tuo lavoro, sul prodotto? Niente!
Cosa vuol dire PER TE fatto a mano con amore? Forse vuol dire che hai cercato i materiali in lungo e in largo, o che hai speso settimane per creare un modello che ti soddisfacesse e fosse perfetto per la tua cliente ideale. O che hai ideato le caratteristiche della borsa con determinate esigenze in mente.
Ogni artigiano ha una sua personale risposta a questa domanda, ma se non la espliciti, rimarrà nella tua testa e chi legge non lo saprà mai. Il rischio di questa comunicazione poco specifica è di assistere a un’omologazione della comunicazione: se tutt* ripetiamo le stesse frasi fatte, gli stessi concetti, a volte utilizzando le medesime parole, cosa ci distingue gli uni dagli altri? Dov’è la creatività? Eh? Eh? Eh?
Insomma, per farla breve, racconta qualcosa di vero e spiega realmente cosa c’è dietro il tuo prodotto artigianale. Per ogni frase che scrivi, chiediti se puoi dire qualcosa di più, se puoi andare un po’ più a fondo.

Internet è già troppo pieno di banalità!

Con la Consulenza Due mesi affronteremo anche questo scoglio e lavoreremo per capire come raccontare al meglio il tuo brand e i tuoi prodotti. Iscriviti qui.

Questo articolo è tratto e adattato dalla mia newsletter del 27/02/2020.