Dietro a un ebook

Forse hai sentito gli squilli di fanfare e il frullio d’ali colombe o ti sei ritrovata dei coriandoli nei capelli, quindi sai già che il mio ebook, Vendere handmade, è finalmente stato pubblicato lo scorso 23 febbraio. Se invece non hai sentito niente, non ti preoccupare, ti aggiorno subito sui fatti.
Vendere handmade – una guida completa per trasformare la tua passione in professione” è in vendita in tutti i migliori negozi online, come si diceva un tempo, e, sul migliore di tutti, che è il sito Zandegù, lo trovi in tutti i formati che ti possono servire, mobi per Kindle, epub per iPad, PDF per computer o per stampartelo se proprio non puoi fare a meno della carta (però poi ci sono i link, sulla carta non funzionano, ti avverto).
Non ti racconto cosa c’è dentro perché puoi leggerlo quiqui e qui, ti racconto però cosa c’è dietro.

L’ebook è stato creato con amore da me e dai ragazzi di Zandegù, Marianna e Marco, detti gli Zandezii, in un processo catartico – per me – e spero non troppo frustrante e magari addirittura piacevole – per gli Zandezii -, dopo che Francesca (detta LA Marano, boss di C+B) ci aveva messi in contatto, lo scorso agosto. Quindi, prima di tutto, senza Francesca l’ebook non ci sarebbe; la ringrazierò forevah non solo per avere proposto il progetto agli Zandezii ma anche per avermi invitata a scrivere su C+B, nel lontano 2014. Come una vera fata madrina, lei arriva, ti cambia la vita poi svolazza a fare cose belle altrove, lasciando glitter e buonumore.
Seconda cosa, scrivere la prima stesura dell’ebook è forse stata la parte più facile del processo e io, nella mia beata ignoranza, pensavo fosse invece quella più difficile. Non avendo la più pallida idea di come funzioni lavorare con una casa editrice, alla consegna dell’ebook ero bella baldanzosa pensando che “il più è fatto, now party”. WRONG!
Quando è iniziato il processo di revisione, che è durato un paio di mesi, mi sono dovuta ricredere.
Il processo di revisione funziona così: l’editore edita il testo, corregge errori, fa domande sui punti oscuri, dice dove tagliare, dove approfondire, dove modificare. E’ più una discussione in realtà, perché niente è obbligatorio, ma al 99% ha ragione lui o, nel mio caso, LEI.
Marianna, la Zandezia, è stata colei che mi ha accompagnata (e torturata, diciamocelo) in questo processo. La prima revisione era decisamente piena di “non si capisce”, “che vuol dire”, “forse va approfondito”, “spiega meglio”, roba che quando ho aperto e visto tutti quei commenti ho richiuso e volevo piangere. Poi ho riaperto e mi sono messa ad approfondire, correggere e modificare secondo i suggerimenti.
E poi è iniziato il giro di rimpalli e ri-revisioni, finché hey, mi sono resa conto che l’ebook era fatto e mi piaceva un sacco e ne ero proprio orgogliosa.
Nel mezzo, tra il primo sgrunt e questo senso di meraviglia, una discreta dose di frustrazione (non ne sono fiera ma ammetto di aver urlato al computer, al decimo “che vuol dire” di Marianna, “come che vuol dire, vuol dire quello che ho scritto!!!”) nel dover spiegare minuziosamente cose che per me sono piuttosto scontate, e di ammirazione per gli Zandezii che si sono riletti non so quante volte il testo cogliendo ogni dettaglio non ben spiegato, ogni frase che non girava bene, roba che a me sarebbe venuto il vomito (e in effetti all’ennesima rilettura un po’ di nausea l’ho avvertita).
Finite le revisioni, Marianna ha impaginato l’ebook e anche qui, pensavo fosse finito tutto, mi ero detta, ok, now party! C’è solo da aspettare che esca e che venda. WRONG! Again.
Infatti a questo punto è entrata in ballo Irene, l’addetta stampa, che ha scritto un comunicato stampa così bello che ogni tanto me lo rileggo per sentirmi meravigliosa, e che continua a procurarmi interviste a destra e a manca, rincorrendomi (povera stella) tra telefono, Facebook e Whatsapp (ho un brutto rapporto col telefono, lo mollo in giro senza suoneria, ma sto migliorando, ho perso solo una sua telefonata nell’ultima settimana).

Insomma, c’è tanto ma tanto lavoro dietro a questo piccolo ebook, che uno nemmeno se lo immagina.
Per questo ti chiedo, se non lo hai ancora fatto e se hai intenzione di farlo, di prenderlo direttamente dal sito Zandegù, perché bisogna sostenere le piccole realtà italiane, portate avanti da professionisti giovani e simpatici.
Mai sottovalutare il binomio gioventù + simpatia! Mi piace così tanto lavorare con Marianna e Irene (con lo zandezio, Marco, ho avuto poco a che fare e purtroppo non l’ho ancora incontrato di persona) perché possiamo farlo con tutti i metodi moderni (whatsapp, messaggi facebook) conditi di una buona dose di cazzonaggine (gif e emoji) che due risate ce le facciamo sempre.
Questo ebook non poteva trovare una casa migliore! Leggi il loro blog e iscriviti alla loro newsletter e capirai.

Ok finita qui questa filippica. Ora spero che, quando leggerai Vendere handmade, penserai a tutte le persone che ci hanno lavorato e che hanno contribuito alla sua esistenza, e lo amerai un po’ di più.