Dove vendere la propria arte

Quanto segue sono degli estratti dalla guida “Vendere arte online” che trovi nel mio negozio.

Essere un artista nel ventunesimo secolo è, lasciamelo dire, una gran botta di culo. Le occasioni che hai ora, nel 2018, mai avresti potuto averle anche solo 10 anni fa: internet, i social network, i viaggi low cost, il mercato globale, la cultura generale decisamente più alta rispetto a una generazione fa, fanno sì che le occasioni siano tante e credo che mai, nella storia dell’uomo, ci siano stati così tanti artisti in grado di sostentarsi col proprio lavoro.

In questa guida, lungi da me volerti spiegare come funziona il mercato dell’arte, voglio solo mostrarti le possibilità offerte da internet, per aiutarti a creare un’attività indipendente, lontana o complementare ai meccanismi tradizionali che regolano il mercato dell’arte.

Se una cosa è certa, è che internet dà una possibilità a tutti, sta a noi sfruttarla al meglio.

La reputazione

L’arte è un bene particolare e chi compra arte ha spinte diverse da chi acquista altri tipi di beni superflui.

La spinta può essere quella di patrocinare un artista contemporaneo sperando che questo, tra qualche anno, si riveli un protagonista del panorama dell’arte. A quel punto l’acquirente, che ha investito nel tale artista, potrà rivendere l’opera a un prezzo maggiorato (investimento monetario) o continuare a collezionare opere (investimento emotivo).
Se nel primo caso il vantaggio è palese (soldoni!), nel secondo caso, cosa ne ricava l’investitore? Saprà che ha contribuito alla fama dell’artista e possiederà delle opere riconosciute come di valore dal mondo dell’arte, cosa che farà bene al suo ego e al suo stato sociale (le persone sapranno che ha patrocinato quell’artista famoso). Quindi l’arte, oggi come in passato, è vissuta come uno status symbol. La differenza è, rispetto al 1500 o al 1800, che oggi ci sono molti più ricconi disposti a pagare in moneta sonante per le opere d’arte che considerano un investimento.

 

“There is [..] more art being produced and sold than ever before, as artists, galleries, and auction houses attempt to keep up with the demand of a new class of international “UHNWIs,” Ultra High Net Worth Individuals attracted by the lure of profit and prestige.”

(da NewsRepublic)
[Oggi c’è più arte prodotta e venduta mai come prima, dato che artisti, gallerie e case d’asta cercano di stare dietro alla richiesta di una nuova classe di individui Ultra high net worth attratti dal fascino del profitto e prestigio.]

 

Questo passaggio, tratto da un articolo che spiega come l’arte sia oramai diventata uno strumento per i nuovi ricchi, evidenzia che essa è usata principalmente per profitto e prestigio.

 

Il mercato dell’arte è, quindi, mai come in passato, molto dinamico. Per gli artisti, però, il primo scoglio è entrarci in questo mercato. La reputazione è un fattore determinante a questo scopo, dove per reputazione si intende la percezione che si ha dell’artista nel mondo dell’arte, quest’ultimo composto dagli addetti ai lavori (galleristi, critici, collezionisti).

Questa percezione è costruita nel tempo, dall’esposizione mediatica e dal numero e qualità di mostre ed esposizioni a cui l’artista ha partecipato. Agli occhi di un acquirente appassionato di arte, quindi, il valore delle tue opere è influenzato da fattori esterni al talento, all’esecuzione, al soggetto e alla grandezza dell’opera.

Tutto questo vale, ovviamente, se il tuo scopo è entrare nel mercato dell’arte, quindi nei canali tradizionali; se vuoi il riconoscimento di artista contemporaneo.

Qual è l’alternativa? Trattare la tua arte come un prodotto, quindi seguire le meccaniche di un brand tradizionale. L’arte può essere declinata in oggetti di arredamento i cui acquirenti sono appassionati di arte e design. Compreranno non per investire, né per patrocinare, ma perché vogliono quell’oggetto nella loro vita, in quanto rispecchia un loro gusto,  valore, aspirazione o sogno.
Qual è la via migliore? Non c’è una risposta ma conta cosa vuoi fare tu (aka la risposta è dentro di te ed è… giusta!).

Quello a cui non si può sfuggire è il duro lavoro e la pazienza nel costruire giorno dopo giorno la propria reputazione e/o il proprio brand.

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Dove vendere?

Come ti dicevo, le strade che puoi percorrere sono due: quella più tradizionale che punta ad essere inserito nel mercato dell’arte e quella di diventare un brand, quindi di creare un nome riconosciuto e vendere prodotti che, seppure artistici, abbiano uno scopo decorativo.  
Premesso che queste due strade non si escludono a vicenda, dovrai però scegliere una delle due per iniziare, perché il lavoro da fare è tanto e il tempo, ahimé, mai abbastanza e dovrai amministrarlo in maniera ottimale.

Queste due opzioni si rifletteranno quindi sulla modalità della vendita online: se vuoi entrare nel mondo dell’arte dovrai proporti e cercare di farti accettare da gallerie online, mentre se punti alla creazione di un brand “artistico” dovrai concentrarti principalmente sulla vendita diretta agli acquirenti e alla comunicazione sui social.

Di seguito ti illustro le due opzioni più popolari per vendere l’arte online, con i loro pro e contro, e una lista di opzioni alternative che puoi esplorare.

Puoi usarle una per volta o provarle tutte, tenendo presente che il lavoro da fare per avere una vetrina aggiornata è molto e, a seconda che tu lo faccia a tempo pieno o meno, ti consiglio di partire con una e passare alle altre in seguito.

Non c’è una soluzione migliore di altre: il posto migliore dove vendere dipende dal tipo di arte che fai e dalla tua ricerca sul tuo cliente ideale.

Se fai collage astratti entrare nella Saatchi Gallery sarebbe il top, perché probabilmente i tuoi acquirenti frequentano quella galleria, se crei dipinti di panorami in stile impressionista probabilmente ArtFinder è una buona soluzione.

Se invece vuoi creare dei prodotti a partire dalle tue opere, come stampe, cuscini, cartoline, Etsy è il posto che fa per te.

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Mercato

Internet permette di raggiungere e vendere in tutto il mondo, devi però capire qual è il mercato che vuoi conquistare: l’America? La Russia? La Cina?

Ogni mercato ha le sue peculiarità: gusti dei clienti, canali privilegiati, budget degli acquirenti.

A seconda del mercato in cui vuoi vendere, dovrai capire quale marketplace / gallery online o piattaforma è più adatta per te.

Etsy

Etsy è un marketplace dedicato all’artigianato, al vintage e ai materiali per creare. Un marketplace è il posto dove domanda e offerta si incontrano, come un mercato o un centro commerciale: ci sono tante bancarelle o negozi, e le persone vanno lì perché sanno che, da un negoziante o da un altro, troveranno quello che cercano.

Potrai creare una tua vetrina su Etsy e vendere direttamente agli acquirenti, senza intermediari (come nel caso delle gallerie).

Su Etsy trovi un pubblico già selezionato da tutto il mondo e appassionato di artigianato e arte, quindi potrebbe essere la soluzione per creare un punto di vendita in poco tempo, con pochi fondi e con la possibilità di arrivare al tuo target.

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ArtFinder

ArtFinder è un marketplace esclusivamente dedicato all’arte, dove gli artisti possono vendere a clienti privati o collezionisti in tutto il mondo. È come una gallery online e ne ha costi e modalità simili; infatti nei termini di servizio è espressamente scritto che se vendi sul sito, nomini ArtFinder tuo agente commerciale e in questo senso ArtFinder agirà, facendo promozione e rappresentandoti coi clienti. Quando i clienti acquistano, quindi, passeranno da ArtFinder e, seppure tu avrai il contatto diretto durante le operazioni di compravendita, i soldi saranno versati ad ArtFinder, che poi provvederà a pagarti entro qualche settimana, trattenendo la sua percentuale, proprio come se fosse una galleria.

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