Le serie tv fanno bene alle crafter
Chi lo ha detto che guardare serie TV non serve a niente? Per te, crafter nerdosina che passi i weekend in binge-watching, ho una serie che potresti amare e che potrebbe insegnarti tante cose.
The house of Eliott è una serie in costume della BBC (e qui già dovresti essere partita a procurartela) andata in onda tra 1991 e 1994, quando ancora gli anni ’20 non erano una mania come lo sono ora, dopo Downton Abbey e The Great Gatsby di Luhrman.
The house of Eliott racconta le vicende di due sorelle londinesi, Beatrice e Evangeline, che, rimaste orfane, in condizioni economiche precarie e senza un’istruzione decente, si tirano su le maniche e diventano stiliste.
Tra un tripudio di cloche, vite basse, ricami, amori, drammi e parenti-serpenti, le sorelle riescono a farsi un nome e a realizzare il loro sogno di aprire una casa di moda.
L’unico difetto che posso trovare a questa serie sono i personaggi maschili che vanno dall’inguardabile (cara Evie, che gusti del cavolo hai?) all’appena decente, con caratteri dall’insignificate all’infimo. Urgh.
Per completarne gli elogi: è ricchissima di insegnamenti utili alla crafter del 21° secolo e di seguito ne ho distillati sette, ma sono sicura che potresti ricavarne molti di più. Corri a guardartela! Poi leggi qua sotto:
(Attenzione! Lievi spoiler ahead, quelli grossi li ho trattenuti)
Bea e Evie sono very stylish e sfoggiano sempre fantastici abiti e, come in questo caso, cappotti e capelli <3 |
1. Buttati nel business
Dopo aver avuto notizia delle disastrose condizioni finanziare in cui il padre le ha lasciate, le sorelle Eliott iniziano a lavorare come sarte dipendenti presso diverse case di moda, ma, tra maltrattamenti, furti di design e attriti dovuti al loro carattere esuberante e indipendente, si ritrovano regolarmente senza lavoro. Dài e dài (oh, i datori di lavoro insopportabili non hanno epoca!) si scassano le cloche e iniziano a pensare di aprire un loro studio. Ci mettono un po’ a rendersene conto, perché a volte non è facile capire di avere un talento, ma alla fine rompono gli indugi e ciao tutti, The House of Eliott è nata.
Fare il salto è difficile, ma se si ha un sogno e una passione, bisogna prendere coraggio e buttarsi, perché è proprio vero che chi non risica non rosica!
2. I dettagli fanno la qualità
In quasi ogni puntata si parla di abiti work-in-progress e, regolarmente, c’è qualcuno che rimbrotta qualcun altro su dettagli minuscoli malfatti e, alla risposta: tanto non si vede, giù di lavata di testa. Che si veda o meno non importa, il nome di un brand deve essere sostenuto dall’attenzione alle minuzie che ai più potrebbero sembrare irrilevanti o invisibili, perché sono quelle che fanno la differenza.
Cara la mia crafter, sii il controllo qualità di te stessa e mira alla perfezione!
3. Tratta bene i tuoi collaboratori
Bea e Evie partono da una micro impresa (loro due e Tilly, la ricamatrice) fino ad arrivare ad avere molte dipendenti; ciò non toglie che trattino sempre i loro collaboratori col massimo rispetto e gentilezza, perché il lavoro ben fatto dipende anche da loro, e un collaboratore scontento che se ne va (come accade con Marge) è una grande perdita per l’attività. Anche se lavori da sola, sii sempre gentile con le persone che, loro malgrado, sono coinvolte nel tuo processo produttivo e vendita: l’impiegata delle poste, il corriere, il fornitore di materiali, tutti sono importanti affinché il tuo lavoro fili liscio!
4. La cura del cliente è importantissima
Spesso, a the House of Eliott, arrivano delle clienti altolocate, che portano con sé tanto lavoro, soldi e pubblicità ma, a volte, anche tanta arroganza. Non importa quanto antipatica o sgarbata sia una cliente, NON è mai lecito rispondere male.
Quando Marge risponde malissimo a una cliente particolarmente difficile, Beatrice la rimprovera severamente, perché, sopratutto agli inizi, nessun business può permettersi di perdere clientela per una rispostaccia. Una cliente felice, seppur antipatica, è pur sempre una cliente che parla bene del brand e fa passa parola.
Ciò non vuol dire essere servili o acconsentire a qualsiasi cosa; Bea rimette al suo posto la stessa cliente arrogante che supera la linea del rispetto, perché gentili si ma stupide no! Anche quando si rimette il cliente al suo posto bisogna farlo con dignità e fermezza e mai con arroganza e maleducazione. Il cliente intelligente capirà (e infatti la Lady di cui sopra torna a fare ordini da Bea e Evie!), quello meno no, ma pazienza.
5. Essere originali è IN
Bea e Evie cominciano la loro attività copiando i modelli altrui e vendendoli a prezzi minori; sono costrette così dalle richieste delle clienti, ma ben presto si accorgono che le loro capacità e la loro creatività possono portarle più in alto e decidono di creare i loro modelli originali.
Anzi, quando viene chiesto loro di copiare il design di un famoso coutourier, seppure a fronte di soldi di cui avrebbero bisogno, rifiutano fermamente. L’integrità della crafter significa anche questo: essere originali ad ogni costo, anche quando è la via meno facile.
6. Parlare di soldi NON è OUT
Spesso i creativi non amano parlare di soldi, perché per molti sembra sia di cattivo gusto. Impariamo da Bea, che non si fa mai problemi a chiedere il giusto prezzo per gli abiti di HoE e non esita a chiamare per riscuotere i crediti. Unladylike? Pazienza! Chi gestisce un business deve fare anche questo, altrimenti affonda. Una volta che hai deciso il giusto prezzo per le tue creazioni, non avere paura a chiederlo!
7. L’importanza del networking
Ad ogni cena, serata e uscita sociale, le sorelle Eliott raccattano contatti utili per la loro casa di moda. Parlare sempre di lavoro magari no, ma nemmeno nascondersi dietro vaghezze e timidezze: se ami ciò che fai, cerca di imparare a raccontarlo, perché non si sa mai, la persona che hai davanti potrebbe rivelarsi un contatto utile. O un aggancio per un contatto utile. Ovviamente ci sono situazioni e situazioni, e bisogna discernere quando e con chi farsi avanti, ma avere il proprio biglietto da visita a portata di mano è sempre una buon idea!
Potrei andare avanti per ore ma per evitare spoiler e un articolo chilometrico mi fermo qui; tu hai mai guardato the House of Eliott? Che insegnamenti ne hai tratto?
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