Scrivi un post in 7 mosse
Il blocco del foglio bianco, in questo mondo social, è una piaga. Certo, potrebbe essere una piaga divina mandata per evitare di avere troppi blog post che parlino del nulla, ma una piaga non di meno, che colpisce anche chi qualcosa di sensato potrebbe dirlo. E magari getta la spugna prima di iniziare, perché a nessuno piace sentirsi un incapace, e a volte superare quello scoglio è difficile. I know, my friend.
Giorni fa Luisa di Pemberley Pond mi ha scritto per farmi vedere un suo post sulla nascita del logo di Colibrì Academy, sul novello blog dello Studio Robin. Io l’ho guardato e, ecco, Luisa poteva fare molto meglio. Gliel’ho detto, “Ma non so che scriverci!” mi fa lei. Allora mi è venuto in mente di tirare giù due righe* su come faccio io per superare quel momento in cui devo scrivere qualcosa ma non so bene cosa, né come.
Non che si debba scrivere per forza eh, ma se hai un blog per la tua attività, o magari qualcuno ti chiede un articolo, allora si, meglio farlo.
Quello che ho scoperto negli ultimi anni è che avere un metodo e applicarlo sempre mi ha aiuta molto nei momenti in cui la mente divaga, il cervello si inceppa e sto lì, davanti allo schermo, con l’occhio vacuo, paralizzata dalla stizza di non riuscire ad esprimermi come vorrei.
Quanto segue non è la soluzione finale, ma potrebbe aiutarti a mettere a fuoco quel qualcosa che vorresti raccontare ma non riesci, e a farlo diventare un articolo per il tuo blog.
La premessa è:
Devi sapere a chi ti rivolgi, per capire cosa scrivere e come scriverlo.
Ecco il mio metodo:
1. Definisci un argomento, che pensi possa interessare al tuo target. Può essere la soluzione di un problema, la descrizione di un processo, o il racconto di un’avventura, il tuo ultimo prodotto, un tutorial.
2 Cerca di capire quale tono userai nell’articolo; ironico? Romantico? Accademico? Eviterei un tono neutro, perché = noia. Usa il tono con cui ti diverti di più a scrivere.
3 Definisci i punti in cui si svilupperà l’argomento; può essere anche solo un punto, o ci possono essere punti e sottopunti, l’importante è fare un elenco delle cose che vuoi dire e farlo senza pensare troppo alla forma. Lo scopo è di concentrarti sulla sostanza, l’apparenza arriva dopo!
4 Sviluppa i punti. Rendi tutto discorsivo, cerca di essere chiara, usa meno parole possibili.
5 Alla fine scrivi l’introduzione. Non è una regola, io faccio così perché ho visto che se la scrivo prima mi blocco SEMPRE (è successo anche per questo post). Se lo faccio dopo aver scritto il corpo dell’articolo invece mi riesce più facile, forse perché ho nel frattempo focalizzato davvero cosa voglio dire e come. Nella intro puoi spiegare l’origine del post: perché stai scrivendo di ciò?
6 Ora puoi concludere. La conclusione non è il mio forte: non sono brava a riassumere tutto in una morale o messaggio, quindi di solito la mia conclusione è una call-to-action; chiedo al lettore di fare qualcosa o raccontarmi qualcosa.
7 Scrivi il titolo. Lo metto per ultimo ma a volte è la prima cosa che mi viene in mente. Nel titolo va indicato l’argomento e, se è stato svolto in diversi punti, il numero dei punti. “3 consigli per fare questo”, “5 modi per fare quell’altro”. Il titolo deve sia far capire di cosa parli, sia spingere chi lo legge ad aprire il post. Meglio non fare titoli lunghissimi (anche per questioni SEO) ma io lo ammetto qui ed ora: amo i titoli alla Wertmüller! Il mio preferito è: “Una rosa è una rosa è una rosa. Ma se nella descrizione scrivi solo ‘Rosa’, beh, è poco.” Sbagliato da tanti punti di vista, ma mi fa ridere ed ha il tono giusto che mi spingerebbe a cliccare e aprire l’articolo. L’ho scritto io quasi due anni fa eppure ancora rido quando lo rileggo.
Poi rileggo e rileggo, aggiusto, aggiungo e tolgo, finché non è tutto come deve essere.
Faccio un esempio con il post di Luisa:
Nell’introduzione potrebbe parlare di come, qualche mese fa le sia arrivata la richiesta per fare il logo della (ndr meravigliosa! Sensazionale!) Colibrì Academy e di come si sia sentita a riguardo (ndr Luisa puoi anche mentire, grazie, e dire che sei scoppiata di felicità).
Nel corpo potrebbe raccontare di come lei e sua sorella Laura, l’altra Pemberley Pond, hanno affrontato la creazione del logo: ricerca di immagini, ricerca dello stile, schizzi e bozzetti, il tutto corredato dalle foto del work in progress.
La felice conclusione è, ovviamente, la messa online del logo, i nostri giubilanti grazie, i complimenti del mondo intero.
Non c’è bisogno di scrivere chissà quanto! L’importante è raccontare una storia.
E questo è come faccio io. Te puoi invertire alcuni step o cambiarli tutti: l’importante è che trovi un metodo che funzioni e ti aiuti a scrivere quel maledetto post per quel maledetto blog. Poi vedrai che pian piano ti riuscirà sempre meglio, con sempre meno fatica e, addirittura, potrebbe anche piacerti.
Dai prova e fammi sapere, che magari mi dai tu qualche consiglio utile.
PS. Sì, questo post è stato scritto con questo metodo!
(*Penso sempre, due righe, poi diventano almeno 1000 parole, che, a volte e non in questo caso, riesco a ridurre sotto le 800.)
Un articolo che potrebbe interessarti:
Pensa ad alta voce e scrivi di pancia
di Simona Sciancalepore
Post che sono stati scritti con questo metodo:
Luisa di Studio Robin ci ha riprovato e ha scritto questo post sul nuovo poster su cui stanno lavorando lei e sua sorella Lalla. Brava! 🙂
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21 Gennaio 2015 @ 12:30
Molto utile questo articolo, grazie Fran! 🙂
21 Gennaio 2015 @ 13:31
grazie ire! :*
21 Gennaio 2015 @ 13:30
Soprattutto sulla lunghezza, ci sono troppi post blog lunghi una quaresima in giro, nooooo! 😀
21 Gennaio 2015 @ 13:31
eh si dai, il mio motto è togliere togliere togliere! 😛