Ti svelo il segreto della vendita online (forse)

Oggi ti parlo dei trucchi e segreti per far funzionare il tuo negozio online, fare tanti soldi e far fiorire la tua attività artigianale.

Pront*?

 

Allora il primo trucco trucchissimo, il trucco principale, quello più importante e segreto di tutti, è…
 
che NON CI SONO TRUCCHI O SEGRETI.

Già, mi spiace! Lo so che è una rivelazione shock ma qualcuno doveva pur dirtelo. Spesso leggo nei commenti a post di persone che vendono: “qual è il tuo trucco?” o “qual è il tuo segreto?”, come se arrivare a vendere le proprie creazioni sia un atto magico, riservato a una ristretta cerchia di persone, che lo tramandano con riti paragonabili a quelli di una setta massonica.
So che spesso dietro a questi termini si nasconde la più prosaica domanda “come hai fatto?”, però ragioniamo un attimo sull’utilizzo delle parole, di cui ti invito a leggere i significati secondo il dizionario Treccani:

trucco
s. m. [nel sign. 1, dal fr. truc, affine a truquer (v. truccare2); nel sign. 2, der. di truccare2] (pl. -chi). –
1. a. Inganno, artificio, espediente abile e astuto con cui si riesce a far vedere una cosa per un’altra, a nascondere o falsare la realtà, a fare giochi di destrezza e di prestigio: il t. c’è ma non si vede (frase proverbiale, ripetuta spesso anche in senso estens.). Più genericam., inganno, astuzia: i t. dei ciarlatani; mi pare strano che costi così poco, ci dev’essere sotto qualche t.;
b. Procedimento tecnico per ottenere, nelle rappresentazioni sceniche, in cinematografia e in televisione, e anche in fotografia, effetti particolari, illusorî e non esistenti nella situazione specifica.
◆ Dim. trucchétto e trucchettino, solo nel sign. 1 a: un trucchetto da illusionista da strapazzo; questi trucchetti non mi piacciono: cerca di agire correttamente.

segréto
(letter. o dial. secréto) agg. [lat. secrētus, propr. part. pass. di secernĕre «separare, appartare»]. –
1. letter. Appartato, nascosto, che si tiene o viene tenuto in disparte
2. a. Nascosto, ignorato, che non è o non deve essere conosciuto da estranei
b. Che è fatto di nascosto, evitando che altri ne siano a conoscenza; o di cosa di cui si cerca di non far conoscere l’esistenza. Più genericam., di cosa tenuta celata (in sé o nella sua reale natura) e in contrapp. a ciò che è manifesto, palese. Per estens., di cosa che, senza essere ignorata, non è accessibile o è accessibile solo a un ristretto numero di persone.

Quando leggo o mi fanno questo tipo di domande, rimango sempre perplessa: come si può pensare che dietro al successo di un’attività imprenditoriale ci siano inganni o artifici o astuzie, per di più segrete?
Ovviamente solo pochi sono a conoscenza di questi segreti, ovvero la cerchia ristretta di quelli che hanno successo! Gli altri si attaccano, giusto?
 

Sbagliato.
Chi ha successo (ma anche chi soltanto vende un po’), ci arriva facendo le cose per bene, le solite cose di cui ho parlato tante volte. Prodotto, branding, foto, SEO, storytelling, marketing, sono gli elementi da curare e a volte chi lavora sodo, anche solo su alcuni di questi, ottiene risultati.
Certo, se hai la speranza che le vendite arrivino così, senza muovere un dito… auguroni! Aspetterai un bel po’.
Ho il sospetto che questa mentalità sia tipica italiana e forse tipica degli ultimi decenni; la tv generalista propone oramai da anni dei programmi e giochi a premi in cui il merito non viene contemplato, ma solo la fortuna, la faccia tosta, la bellezza o la simpatia sono premiati.
C’è questo sentire molto diffuso, per cui chi ce la fa è “Fortunato”, o ha una “Grande Idea”, o ha “una Spintarella”, perché “si sa come vanno le cose, qua in Italia funziona così, se non conosci qualcuno… non vai da nessuna parte”.
Non so tu, ma io mi sono decisamente rotta di questo modo di pensare, che non ci ha portato lontano, mi pare.
Di solito chi fa questi commenti mette le mani avanti e dice “sono solo realista”, come se propinare tale disfattismo fosse il loro sincero e onesto contributo alla discussione. Non considerano però che la realtà è soggettiva, ognuno ha la sua personalissima Verità.
In quelle occasioni penso sempre che sono felice che la mia realtà non sia la loro. Deve essere davvero triste vivere in un mondo senza speranza, dove se le cose non vanno bene è sempre colpa di qualcun altro e non c’è scampo.
Certo, in Italia non è facile costruirsi un’attività, ma non è nemmeno impossibile; certo, non tutti possono riuscirci, ma ciò non vuol dire che nessuno ci riuscirà mai. Io conosco tante persone che ce l’hanno fatta e ce la stanno facendo, per fortuna la mia realtà è piena di speranza, il che rende il duro lavoro sopportabile. Il successo (qualsiasi cosa voglia dire per te) non è mai assicurato, ma ci si prova, giusto? Ci si prova con tutta l’anima.
Il fallimento invece è visto come catastrofe, quando invece può essere il primo passo verso una strada più vera, più nostra: se la mia attività come web designer non fosse miseramente fallita, ora non starei qui a programmare viaggi in giro per l’Italia per fare i miei workshop come consulente per artigiani. Io sono proprio contenta che sia andata male, anche se al tempo ero alquanto depressa e disillusa.
Quello che ti chiedo quindi, è di combattere questo tipo di mentalità.
Come? Prima di tutto lavora sodo per realizzare i tuoi sogni, senza farti distruggere dai fallimenti, e poi rispondi che “non c’è trucco, non c’è inganno” quando qualcuno ti chiede “qual è il tuo segreto per vendere?”.
Inoltre, se hai voglia, puoi cercare di ragionare con i profeti del disfattismo per far capire loro che qui in Italia è possibile fare cose, anche se ci vuole forse più impegno e sudore che in altre parti del mondo (ma non ne sono così sicura!).Infine, se hai bisogno di aiuto per far crescere la tua attività, sarò ben lieta di darti una mano; niente trucchi né miracoli, magari un po’ meno di fatica e delle indicazioni sulla strada da percorrere.

 

 
Questo post è tratto dalla mia newsletter inviata il 27 aprile 2017.