Etsy 2021: aggiornamenti, pro e contro, consigli

Etsy cambia sempre, tanto che è difficile stargli dietro. Nell’ultimo anno sono spuntate novità più grosse di altre, sempre più spesso mi viene chiesto se valga la pena vendere su Etsy e se ci sono alternative valide. Raccolgo in questo post la miniserie su Etsy pubblicata sul mio Instagram, con l’aggiunta di qualche dettaglio e consiglio in più.

Etsy: novità 2020-2021

La prima novità è quella relativa alla richiesta di inserimento della PIVA una volta raggiunta una soglia di introiti. La notizia è arrivata con una email molto vaga a inizio gennaio 2021, scatenando congetture e panico sia tra chi già ha il negozio sia tra chi avrebbe voluto aprirlo.

Il chiarimento è arrivato via il supporto di Etsy, di cui copincollo il messaggio:
“Nel 2021, se ti avvicini a una soglia di € 65.000 di vendite lorde, Etsy richiederà di avere un numero di Partita IVA valido registrato nel tuo negozio. Considereremo il totale delle vendite lorde, in tutti i metodi di pagamento, che riceverai durante l’anno solare a partire da gennaio 2021. Man mano che ti avvicini a un determinato volume di vendite, ti invieremo diverse notifiche preventive via e-mail e nel tuo negozio per darti tutto il tempo necessario per conformarti.” [Fonte: Supporto Etsy].

Etsy non richiede la PIVA per aprire un negozio (dopotutto è una cosa tra te e lo stato italiano ed Etsy è una piattaforma internazionale), chiaramente se vuoi vendere online senti un commercialista prima di avventurarti, in ogni caso se vuoi fare una prova per vedere com’è e come funziona, puoi farlo senza inserire PIVA. Questa è una buona notizia anche per chi ha il regime forfettario, dato che potrà evitare il reverse charge* e fare una pratica in meno.
*Reverse charge è quando versi l’IVA di un prodotto o servizio che hai acquistato nella comunità europea. Se inserisci la tua partita IVA su Etsy dovrai versare tu l’IVA, se non la inserisci, la pagherai ad etsy che poi la verserà.
Senti il/la tua commercialista per ulteriori dettagli perché come sempre è un ginepraio.

La seconda novità è che Etsy non accetta più carte di credito prepagate per l’apertura del negozio. Ciò vuol dire che non è più possibile usare la stessa prepagata sia come conto corrente che come carta di credito (es. poste pay evolution che tanti usano). Hai capito bene, Etsy non accetta postepay evolution.
La carta di credito che inserisci all’apertura serve per garantire i rimborsi in caso di problemi con gli ordini, quindi Etsy, dopo innumerevoli problemi, ha deciso di eliminare questo rischio. Il problema è che qua in italia non è facilissimo avere una carta di credito se non hai una busta paga o degli introiti abbastanza sostanziosi, quindi potrebbe essere un impedimento per l’apertura del negozio sulla piattaforma.

Se hai già il negozio aperto rimane tutto uguale, questo impedimento è solo per i nuovi negozi.

Ultima novità: i nuovi negozi, in caso di prima vendita, avranno i fondi trattenuti fino a 45 giorni. Questo accadeva già da un po’ ma hanno allungato le tempistiche, in ogni caso anche questa misura è per garantire ai clienti la sicurezza di ricevere i prodotti e scongiurare possibili truffe.
Dopo 45 giorni riceverai i tuoi fondi e per le seguenti vendite potrai procedere e ricevere i soldi quando vuoi.

Quando si tratta delle novità di Etsy, il mio consiglio è sempre quello di cercare fonti ufficiali (il loro blog, il centro assistenza, il supporto via email) e di aspettare a farsi prendere dal panico e prendere decisioni azzardate.
Per approfondimenti > vai a leggere la policy sul conto pagamenti in vigore dal 23 febbraio 2021.

Etsy: pro e contro nel 2021

La domanda che mi viene posta più di frequente è “conviene ancora vendere su Etsy?” e la risposta è sempre la stessa, ovvero, DIPENDE.
Dipende dal mercato in cui vuoi vendere, da quanto tempo puoi dedicare al negozio e da quanta dimestichezza hai con la vendita online (hai mai comprato online?).
Pro di Etsy: ti permette di creare un negozio in pochi minuti e vendere in tutto il mondo a costi contenuti*, accesso a un pubblico potenziale vasto e interessato all’artigianato.
(*Per chi si lamenta che costa tanto: tutte le altre opzioni costano di più all’inizio. Se vendi tanto allora costa tanto e a quel punto ti conviene valutare se aprire il tuo sito, consapevole del fatto che se i clienti arrivano da Etsy e non dai tuoi social, Etsy ti serve comunque.)
Contro di Etsy: mercato italiano piccolo, richiede un grosso investimento di tempo per capire come funziona, per alcuni prodotti la fatica per emergere può risultare immensa (es. gioielli) e la concorrenza spietata da parti del mondo che possono permettersi di fare prezzi molto più bassi a causa del costo della vita e di materiali più basso.
Secondo me i cambiamenti in peggio degli ultimi anni sono due: è venuto a mancare l’aspetto comunitario che ne aveva decretato il successo, per cui ora è una mera piattaforma di vendita e l’utilizzo di carta di credito non prepagata che può limitarne l’accesso a tant* che non possono averla.

Vendere su Etsy 2021-2022, i miei consigli

Premetto che ci può essere veramente tanta differenza tra un tipo di prodotto e un altro, perché alcune categorie sono più affollate e altre meno, però in media la regola “più prodotti = più visibilità” vale sempre, dove più prodotti non vuol dire prodotti a caso ma prodotti di una stessa tipologia che permettano al tuo negozio di essere trovato più facilmente.
Cura la SEO senza seguire i “trucchetti” di tanti gruppi in merito, per un semplice motivo: questi trucchi si basano su deduzioni di funzionamento dell’algoritmo di Etsy. Queste deduzioni però valgono ora, mentre l’algoritmo cambia sempre. Non puoi cambiare la SEO tutti i mesi o tutte le settimane.
Fai la SEO come indicato da Etsy e dalle mille mila guide SEO che trovi online (e nei miei workshop e consulenze) e che valgono anche per i motori di ricerca, perché quelle valgono sempre, controlla le statistiche per capire se funziona e cambia solo le inserzioni che non ricevono visite e vendite. Il motivo è che ogni volta che cambi i testi e foto di un prodotto, mentre su Etsy ci mette poco ad essere re-indicizzato, su Google ci vogliono mesi, quindi rischi che sparisca dai motori di ricerca.
Su Etsy metti prodotti riproducibili, anche se solo per piccoli numeri, perché così ammortizzi i costi per foto, descrizioni, SEO, tempo impiegato per creare le inserzioni, ecc., infatti per i pezzi unici “perdi tutto” ogni volta che vendi. O almeno fai il prezzo dei pezzi unici in modo che rifletta anche questo lavoro, non ha senso a mio avviso, mettere dei pezzi unici che costino meno di 100€.
E non scordarti che le commissioni di Etsy sono il 6,5% sull’importo totale dell’ordine (prezzo+spedizioni) e poi c’è il 4% + 0.30 cents per i costi di transazione (sempre sull’importo totale dell’ordine), oltre ai 0.18c per l’inserzione. [Qui trovi il mio corso per imparare a calcolare i prezzi e pianificare le entrate, per artigiani e illustratori].
Infine, ricorda che per avviare un’attività ci vogliono ANNI, che sia offline, online, su Etsy o sui social, quindi cerca di pensare sul lungo termine, di fare un piano e di perseguirlo con costanza.

Il mio aiuto per il tuo negozio su Etsy arriva col mio corso/consulenza personalizzato Due mesi in cui, tra le altre cose, studiamo come fare i prezzi, come fare il businses plan, come aggiustare la SEO.
Dacci dentro!